Un paradiso fiscale per due campioni del nostro calcio. Gianluca Vialli e Roberto Mancini hanno aperto società nelle Virgin Island per gestire le loro ricchezze. La rivelazione arriva dall’analisi dei “Panama Papers”. E non è ancora tutto.
I Pandora Papers rappresentano uno dei più grandi scandali mai scoppiati nella già scandalosa “finanza internazionale”. Forse la più grande operazione di giornalismo investigativo mai tentata: una gigantesca fuga di notizie dagli archivi di oltre 14 studi, incaricati di aprire società in paradisi fiscali per nascondere le ricchezze dei potenti del mondo.
Un’investigazione simile agli ormai celebri Panama Papers, ma ancora più vasta e sconvolgente. I documenti recentemente resi pubblici contengono i dati di oltre 27.0000 società offshore, utilizzate da leader politici, industriali, miliardari vari, per nascondere al fisco i propri patrimoni. La novità è che tra le migliaia di personalità coinvolte, oggi spuntano anche alcuni campioni sportivi italiani. E non campioni qualunque.
La Nazionale nel cuore, i soldi nel paradiso fiscale.
L’analisi delle carte porta a una sconvolgente rivelazione. Due campioni a cui l’Italia ha affidato la sua immagine e i suoi destini sportivi, hanno collocato all’estero, lontano dallo sguardo indiscreto del fisco, i loro patrimoni.
Roberto Mancini è infatti l’attuale allenatore della nazionale mentre Gianluca Vialli è stato il capo delegazione degli azzurri agli ultimi europei. La loro identità è venuta allo scoperto nell’inchiesta internazionale condotta da un consorzio di giornalisti, a cui per l’Italia partecipa l’autorevole settimanale L’Espresso, che ha pubblicato le rivelazioni.
Ma cosa rivelano i documenti pubblicati?
Roberto Mancini: società e aereo
È stato identificato come l’azionista di Bastian Asset Holdings con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands (BVI). La società offshore di Mancini, tra le sue interessanti caratteristiche, è proprietaria di un aereo. Almeno quello italiano: un Piaggio.
Mancini controlla la società dal 2008, e sempre secondo le informazioni dei Pandora Papers, Mancini avrebbe chiesto a una fiduciaria italiana di aderire allo scudo fiscale del 2009, per riportare nei binari della regolarità il suo rapporto alquanto avventuroso con il fisco.
Gianluca Vialli: attività in Italia, società alle Virgin Islands
Nelle stesse carte, Vialli è invece qualificato come proprietario di un’altra società, la Crewborn Holdings, anche questa registrata alle BVI.
La posizione di Vialli è più complessa perché Vialli già da molti anni è cittadino britannico. Ma la sua società nelle Virgin Island sarebbe servita da schermo per alcune attività in Italia, e come tali soggette al fisco Italiano.
Non è una situazione piacevole quella dei due campioni dell’orgoglio nazionale, col portafoglio ben nascosto all’estero.
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Sarebbe auspicabile che la prossima volta che li vedremo cantare l’Inno di Mameli con la mano stretta al cuore, anche il contenuto dei loro forzieri abbia ritrovato il piacere e l’orgoglio di appartenere al tricolore.