Arrivano i razionamenti: colpito il bene più essenziale di tutti | Provvedimenti e multe salatissime

La guerra, certamente. Una crisi economica generale. La dipendenza energetica da un paese che usa il gas come arma politica. Ma non solo. L’Italia soffre anche di problemi tutti suoi che hanno già determinato scelte drammatiche. Ecco a cosa siamo ormai arrivati.

La guerra in Ucraina, lo sappiamo tutti, sta determinando conseguenze drammatiche e sempre più gravi.

Razionamento in Italia, multe e sanzioni | Web Source
Razionamento in Italia, multe e sanzioni | Web Source

Al panico dei primi giorni, che aveva portato a limiti di acquisto nelle catene della grande distribuzione, ma aveva ragioni più psicologiche che economiche, si sta sostituendo una crisi di lunga durata dalle conseguenze molto più gravi. 

Tornano i razionamenti

Mentre l’esercito invasore russo e quello che che difende il territorio ucraino si logorano in uno scontro che per ora non ha spostato in modo decisivo l’equilibrio né dell’una né dall’altra parte, tutta l’economia mondiale e quella europea in particolare si logorano allo stesso modo, nello scontro con errate scelte strategiche. Si aggravano così le conseguenze già drammatiche di una guerra di aggressione corazzata dentro i confini dell’Europa. Un assurdo inimmaginabile fino a poco tempo fa, che si è materializzato con l’attacco russo del 24 febbraio. Quel giorno non è esplosa solo l’Ucraina, ma si sono create le condizioni per una catastrofe economica le cui conseguenza arrivano adesso nel cuore dell’Europa. Torna d’attualità una parola che il nostro continente non conosceva più dal 1945: razionamento.

Ma l’Italia ha ragioni tutte sue e debolezze strutturali che ci siamo costruiti da soli e che stanno già determinando questa scelta, per ora a macchia di leopardo. Una macchia di cui l’allargamento è già annunciato.

Razionamento in Europa e in Italia

In Germania, la crisi energetica determinata dalle sanzioni e dalle ritorsioni russe ha già portato a una scelta drammatica: il senatore Jens Kerstan dei Verdi ha annunciato che in caso di “una grave carenza di gas, l’acqua calda potrebbe essere resa disponibile solo in determinate ore del giorno“.

Siamo arrivati al razionamento dell'acqua in molti comuni | Web Source
Siamo arrivati al razionamento dell’acqua in molti comuni | Web Source

Il momento più acuto della crisi sarà tra i primi freddi d’autunno e l’inizio del 2023, quando entreranno in funzione i rigassificatori che permetteranno di utilizzare gas diverso da quello russo. Un fornitore da cui la Germania è dipendente ad un folle 60% dei suoi consumi. Decenni di imprudenza e di scelte strategiche dissennate stanno per calare sulle docce, e ovviamente non solo, teutoniche.

L’Italia dipende dal gas russo “solo” al 40%. Ma non è in una condizione molto migliore. Soprattutto ha un problema, oltre che energetico, di acqua. Il peggiore incubo che si potesse manifestare si è creato con una crisi idrica ed energetica che si sovrappongono: un vero cigno nero.

Non è solo la siccità a colpire il Paese, ma l’inefficienza di una rete idrica che perde il 42% dell’acqua trasportata. La conseguenza è inevitabile: razionamento, non possibile ma già in atto in moltissimi comuni italiani. Al problema della doccia calda si aggiunge quello della doccia in sé.

Alcuni esempi? A Verona (città attraversata dal fiume Adige)  l’uso dell’acqua per scopi diversi da quello igienico e domestico è già stata proibita. Stesso provvedimento a Pisa, città attraversata da un altro fiume, l’Arno, con multe fino a 500 euro per i trasgressori

Persino a Milano, città dalla falda acquifera pensata come inesauribile, hanno cominciato a chiudere le fontane.

Insomma il razionamento dell’acqua è già una realtà italiana. E sono solo i primi, timidissimi passi, in attesa che la carenza di gas si manifesti nelle sue catastrofiche conseguenze. Anni di no a tutto, alle centrali, ai rigassificatori, all’ammodernamento della rete idrica, si pagano cari, quando una realtà già compromessa viene squarciata dalla siccità e dalla guerra. 

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