Senso dell’abbandono: la dipendenza affettiva che porta a relazioni tossiche

Quando la paura dell’abbandono diventa una patologia. Dalla paura di perdere l’altro, alla perdita della propria esistenza. Chi è la vittima e chi è il carnefice? 

Alcune terminologie sono diventate di uso comune per definire esperienze sempre più diffuse nella nostra società. In risposta ad alcune relazioni sentimentali tormentose, si sente spesso dire “hai troppa paura di perderlo/a”. Una frase all’apparenza scontata che, in realtà, cela delle verità profonde che una persona deve portare alla luce. Capire chi siamo e da dove provengono determinati comportamenti che portano a reiterare sempre gli stessi errori, è fondamentale per spezzare quella catena.

abbandono

“Errare è umano, perseverare è diabolico”. Basta prendere coscienza di alcuni meccanismi, delle loro origini – spesso traumatiche- per rompere quelle ripetizioni che portano inesorabilmente a reiterare agli stessi rapporti e relazioni sentimentali squilibrati.

Che cos’è la paura dell’abbandono

Tutti noi abbiamo la “paura dell’abbandono” che può essere più marcata o recondita. In alcuni casi si parla di una vera e propria “”sindrome dell’abbandono”. Questa si palesa con sentimenti di paura, incertezza, timore di non poter stare senza l’altro.  Un vuoto interiore per cui la vita diventa priva di senso senza il partner con il quale si viene a creare una dipendenza affettiva.

Questo stato d’animo porta a una condizione per cui la persona colpita da questa sindrome non riesce a portare avanti le proprie azioni, a prendere delle decisioni o a portare a termine un progetto.

Nella relazione influisce sotto una forma di gelosia ossessiva, stati di ansia, angoscia e ripensamenti continui.

Chi è la vittima e chi è il carnefice? 

In generale, la vittima della sindrome dell’abbandono tende a cedere a compromessi, è gelosa in forma ossessiva, arrivando ad evitare di confidarsi con gli altri. Carente di autostima, è spesso invidiosa delle altre relazioni. L’insicurezza la porta a non creare un’intimità emotiva con il partner verso il quale assume un comportamento controllante, impiega ricatti emotivi e comportamenti manipolatori.

Quello che può accadere è che a sua volta, chi è colpito dalla sindrome dell’abbandono tende a diventare vittima di relazioni tossiche e dannose. Non riuscendo a separarsi dall’altro, per paura di restare da soli, evita di mettere fine al rapporto per non affrontare il dolore di essere abbandonato.

In tal caso, accade che la persone con sindrome dell’abbandono diventi vittima di dinamiche manipolatorie da parte di personalità borderline, come psicopatici o narcisisti. Preda di tecniche manipolatorie di individui disturbati e anaffettivi. Tra queste, esiste il benching. Ovvero si tratta di una tecnica con la quale si tiene l’altra persona a disposizione come una riserva. Individui egocentrici che intrattengono un contatto, per avere un piano B. Con il passare del tempo, la vittima con sindrome dell’abbandono, si sentirà sempre più insicura, prigioniera di un limbo, senza via di fuga, schiava e bloccata in questa relazione.

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