Donna violentata nel Metaverso: “Per il mio cervello era tutto vero”

Una giovane donna è stata violentata nel regno del Metaverso. Imbarazzante colpo di scena virtuale.

Ha percepito ogni sfumatura, come se fosse stata un’esperienza reale. E’ l’agghiacciante testimonianza della giovane ricercatrice di 21, coinvolta in uno studio promosso dall’associazione SumOfUs, nell’ambito del quale era stata inviata a sperimentare l’app Horizon Worlds di Meta. Dopo un’ora dal suo accesso, la donna è stata aggredita e violentata in modalità realtà aumentata.

La 21enne è stata aggredita da un avatar mentre un secondo individuo brindava con la vodka, guardando la scena senza intervenire.

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Horizon Worlds

SumOfUs è un’organizzazione no-profit impegnata in campagne mirate a contrastare il crescente potere delle multinazionali. La giovane donna doveva esplorare la nuova funzione di Meta chiamata Horizon Worlds. Si tratta di una piattaforma, uno spazio virtuale collettivo, nato a dicembre 2021, che consente agli utenti di riunirsi con altri avatar, di interagire e di costruire i propri mondi virtuali.

Dopo il bullismo, la violenza sessuale in modalità VR

La giovane donna ha dichiarato di essersi sentita “disorientata e confusa“, durante l’aggressione sessuale.

È successo così in fretta che mi sono sentita dissociata. Una parte del mio cervello stava vivendo quell’esperienza come se fosse reale e al contempo avevo la sensazione che non fosse un corpo reale“.

L’Ong SumOfUs ha rilasciato un comunicato al riguardo.

“La ricercatrice stava prendendo parte ad una festa. E’ stata condotta in una stanza privata dove è stata violentata da un utente che continuava a dirle di girarsi in modo da poterlo fare da dietro mentre gli altri utenti potevano assistere alla scena da una finestra. Alla violenza, ha preso parte anche un altro avatar che mentre guardava ha passato una bottiglia di vodka al violentatore”.

Come proteggersi nel mondo virtuale

Sul tema, è intervenuto un portavoce di Meta, interpellato dal DailyMail, evidenziando che la ricercatrice non aveva attivato la funzione “Limiti personali“. Si tratta uno strumento di sicurezza che può essere attivato come impostazione predefinita per impedire agli utenti, che non fanno parte delle amicizie, di avvicinarsi al proprio avatar.

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L’aggressore avatar e l’utente che beveva vodka

“In Horizon Worlds, Personal Boundary è un’impostazione predefinita, che tiene ad una distanza di un metro persone che non sono amiche, per evitare interazioni indesiderate”.

Ha immediatamente replicato il portavoce, sottolineando che “non consigliamo di disattivare la funzione di sicurezza con persone che non conosci”.

La ricercatrice, vittima di violenza sessuale virtuale, ha raccontato che con il Personal Boundary disabilitato, gli altri avatar sono stati in grado di toccare virtualmente il suo avatar. In questo modo hanno fatto vibrare i suoi controller manuali, “creando un’esperienza fisica disorientante e persino inquietante”.

Tecnologia aptica e Metaverso

Nel settore tecnologico del Metaverso, i ricercatori stanno elaborando delle funzioni tali da far vivere esperienze reali nel virtuale. Ad esempio, recentemente, è stato sviluppato un algoritmo con il quale provare la sensazione del bacio. Attraverso una serie di sensori collegati al visore virtuale, è possibile alterare i segnali inviati al cervello, riproducendo sensazioni tattili.

Il laboratorio Future Interfaces Group della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania ha infatti modificato un visore per realtà virtuale (VR) adattandolo alla tecnologia aptica, il che significa che simula il tocco applicando forze, vibrazioni e movimenti.

L’ong SumOfUs ha pubblicato un rapporto intitolato “Metaverso: un altro pozzo nero di contenuti tossici”, denunciando i pericoli che possono emergere da questi nuovi strumenti tecnologici.

 

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