Aumenti del 1000 per cento, la catastrofe nel carrello | Sveliamo cosa c’è dietro

Diverse cause portano a questo aumento clamoroso dei prezzi. E la situazione non sembra destinata a migliorare

Tra il finir della primavera e l’arrivo dell’estate, abbiamo in regalo un frutto delizioso. Maggio, difatti, ci dona uno dei frutti più consumati in questa stagione e soprattutto, più buoni. Ma, forse, non dovremmo usare la parola “regalo” e il verbo “donare”. Già, perché le ciliegie, quest’anno, costano come l’oro! Ecco i motivi.

Aumenti ingiustificati per prodotti di uso comune | Web Source
Aumenti ingiustificati per prodotti di uso comune | Web Source

Piccolissimo e gustosissimo frutto del ciliegio. Vi sono diverse varietà, la più nota è quella definita “ferrovia”. Hanno una buona quantità di calorie, ma un indice glicemico basso. Il che le rende particolarmente utili per chi sta seguendo dei regimi alimentari che guardano con attenzione al girovita. E sappiamo bene che, in primavera inoltrata, con l’estate ormai alle porte, a tutto ciò stiamo tutti molto attenti.

Contengono vitamina C, magnesio e potassio, nonché una quantità importante di antiossidanti. Sostanze che, come ormai abbiamo imparato a sapere, sono molto utili perché contrastano l’invecchiamento delle nostre cellule. Idratanti e diuretiche, le ciliegie hanno anche un buon effetto sui muscoli. Quindi sono indicate nel post allenamento.

Un frutto prezioso, in tutti i sensi. Già perché nella stagione che stiamo vivendo, le ciliegie sono arrivate a costare tantissimo. Pensate che sono vendute nei negozi a 17.90 euro al chilo mentre il produttore riceve, per la stessa quantità tra 1,80 e 3 euro. Cerchiamo di scoprire i motivi.

L’aumento del prezzo delle ciliegie

All’agricoltura pugliese servono almeno 15mila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive di frutta e verdura. E’ quanto afferma la Coldiretti regionale sottolinea l’urgenza della manodopera specie a fronte del caldo che accelera la maturazione delle produzioni. Secondo Coldiretti è elevata la mancanza di manodopera nei campi in Puglia. Dalla raccolta delle ciliegie fino al trapianto dei pomodoro. Ma anche negli agriturismi, con 30mila giornate di lavoro perse in Puglia, dove si sente la mancanza di operai agricoli italiani e stranieri nel settore agricolo. Che assorbe in Puglia in media 1,2 milioni di occupati, secondo i dati CREA.

Ciliegie (web source) 6.6.2022 newstv
Ciliegie (web source)

Questo è certamente uno dei motivi. All’allarme della Coldiretti pugliese, si associa quello della Flai Cgil di Bari: “Anche quest’anno a Turi esplode l’emergenza dei lavoratori immigrati impegnati nella raccolta delle ciliegie Eppure già più di un mese fa la Regione aveva messo a disposizione dell’amministrazione comunale di Turi circa 160.000 euro per allestire quella che è stata definita una ‘foresteria’ per i lavoratori migranti, ma che invece somiglia più ad un campo profughi improvvisato” è scritto in una nota. “Ogni anno la raccolta delle ciliegie richiama a Turi manodopera immigrata e non è accettabile quindi che l’arrivo dei lavoratori diventi una emergenza” si afferma ancora.

Ma non solo in Puglia, anche in Trentino Alto Adige la carenza di lavoratori si fa sentire: “Mancano 1.200 lavoratori agricoli stagionali. Numeri pesanti che rischiano di mettere in difficoltà le nostre aziende agricole che, diciamolo, sono già provate dall’impennata dei costi energetici e delle materie prime” afferma Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, facendo il punto sulle necessità di personale in agricoltura a stagione ormai iniziata. “La raccolta delle fragole è già partita, poi arriverà quella delle ciliegie, dei piccoli frutti e delle mele. Manca il personale che, prima della pandemia, arrivava direttamente da Albania e Marocco, Serbia, Moldavia e Pakistan”.

Quindi la carenza di lavoratori. Ma non solo il grande caldo che, quest’anno, è arrivato in grande anticipo. E non dimentichiamo le ripercussioni della guerra in Ucraina, con il caro benzina che non colpisce solo gli automobilisti, ma che, a cascata, va a incidere anche sulla nostra spesa, dato che gran parte del trasporto di derrate alimentari in Italia è su gomma.

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