Coppia: quando il tradimento simulato è peggio di quello autentico | Una storia vera

Coppie chiuse, coppie aperte, coppie giocose e sperimentali. Ognuno ha il suo stile e la sua via all’armonia (o mancanza di). Ma a volte il tradimento “recitato” può creare ancora più problemi di un tradimento vero.

La saggezza popolare e il Bignami dell’etica suggeriscono che, qualunque sia il tipo di rapporto che una coppia decide di avere, sia sempre necessario (o quantomeno meglio) parlarne apertamente. Quando tutti sanno tutto e sono convenientemente informati, allora diventa “possibile” un po’ tutto, o almeno così si dice.

Corna vere, corna raccontate, corna immaginate. Cos'è peggio? | Web source
Corna vere, corna raccontate, corna immaginate. Cos’è peggio? | Web source

Bene la fedeltà, su questo sono tutti d’accordo (tranne pochi attivista della sperimentalità come necessità), bene la coppia aperta, bene persino i giochi di ruolo più avventurosi, e le combinazioni meno canoniche. Basta che tutti sappiano tutto, e tutto è a posto, e buon divertimento. 

Quando dirsi tutto non è una grande idea

Su questo vero e proprio caposaldo della saggezza popolare e della ”morale per dummies”, dovrebbe esserci in realtà più di qualche dubbio. Secoli di letteratura non dovrebbero essere passati invano. O nel caso lo fossero passati, ci sono film e serie televisive che illustrano con chiarezza anche i lati pericolosi della sincerità ad ogni costo. Chi avesse visto “scene da un matrimonio” dell’immortale Ingmar Bergman non potrà che concordare che dirsi tutto alle volte non è la via alla felicità e all’armonia, ma al calvario e alla disperazione, non sempre così necessarie.

Parole, parole... non sempre una grande idea | Web Source
Parole, parole… non sempre una grande idea | Web Source

Per scendere dai cieli della filosofia alla immediatezza della cronaca, a volte è bene tenere un occhio su rubriche interessanti e spiritose come “Dear Prudie”, una delle più interessanti e coinvolgenti della rivista online “Slate” riprodotta da oltre 200 giornali. Un osservatorio privilegiato delle avventure e disavventure dell’amore a due, o talvolta più. 

In uno degli ultimi numeri, Emily raccontava di come lei e il marito avessero trovato una “ripartenza”  nella loro vita sessuale, dopo un lungo periodo di siccità. Essere più aperti, raccontarsi senza vergogna i propri desideri era stato parte di questo risveglio. I due amano travestirsi per dare “pepe” ai propri incontri, e fin qui la cosa aveva marciato in armonia e di comune accordo. 

Ma il punto su cui le cose si sono arenate è stato il desiderio del marito di vedere la moglie vestirsi come una comune conoscente. E non solo, durante i loro momenti di passione, lui ci tiene a chiamare la moglie con il nome della vicina. Mostrando in tutto ciò una certa foga, il marito ha convinto (non a torto) la moglie del suo desiderio di avere una liason con la comune conoscente.

Com’è facile immaginare, tanta sincerità e tanta volontà di raccontarsi tutto, non sono stati benefici nella relazione tra i due. Un tradimento raccontato, immaginato, sognato e ancor peggio impersonato, si è dimostrato altrettanto negativo di uno vero. 

Dalla valle dell’abbondanza al ritorno della siccità, la strada è stata breve. E anche la famosa “Prudie”, nota per la sua apertura mentale, ha dovuto convenire che non sempre è necessario o prudente, rendere l’altro partecipe dei filmini e delle fantasia che si srotolano nella nostra testa. 

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