Audemars Piguet Royal Oak, l’orologio dei nuovi re | Sapete chi ne ha uno?

Per chi guarda il mondo degli orologi con gli occhi di oggi è difficile immaginare che ci sia stato un tempo non troppo lontano in cui per le grandi Case svizzere, non era facile vendere un cronometro sportivo.

Per tutti gli anni ‘60, l’orologio da polso “importante” era ancora ai suoi inizi. Ed era più spesso che no un gioiello in oro ultrapiatto, che rappresentava l’idea di essenzialità e di eleganza che si immaginava quando ancora l’idea di portare un oggetto metallico al polso era alquanto bizzarro e l’orologio, sottile e piatto quanto era possibile, era una specie di surrogato della gioielleria che gli uomini non potevano ancora portare.

L'incredibile Audemars Piguet Royal Oak in una delle sue 500 versioni | Web Source
L’incredibile Audemars Piguet Royal Oak in una delle sue 500 versioni | Web Source

Lontani e ancora da venire  erano i tempi delle collane da mezzo chilo e degli anelli al naso e all’orecchio…

Ma pian piano, grazie a Paul Newman, grazie all’irruzione dell’eleganza casual sportiva nel grigio mondo dei miliardi (un’irruzione che oggi si può dire fin troppo portata a termine), il grande cronometro da polso cominciò ad essere un oggetto del desiderio. Era ancora, spesso, in oro, quando voleva segnalare la sua esclusività.

Con Audemars Piguet l’acciaio diventa il nuovo oro

I tempi erano maturi per un cambiamento epocale. A fare la rivoluzione furono due nomi: Audemars Puguet e Gerald Genta.

Era il 1972 quando la Maison svizzera forse più esclusiva del mondo decise che un passo era ancora da fare. Prendere il cronografo e fare dell’acciaio il nuovo metallo prezioso. Prendere il cronografo e reinventarlo col design e la tecnica orologiaria più estrema per farne un gioiello, sì, ma di acciaio.

L’idea era stata creata in una sola notte da Gerald Genta due anni prima. Dopo un lungo periodoi di sviluppo, l’acciaio aveva raggiunto un nuovo status, era nato  l’Audemars Piguet Royal Oak. L’orologio che per primo introdusse il concetto di “casual chic”, aprendo un nuovo capitolo nella storia del costume, e ovviamente in quello della Haute Horlogerie.

Quanto casual si potrebbe discutere. Nel corso degli anni di Royal Oak sono state create oltre 500 versioni, nessuna delle quali economica. Per comprare un Royal Oak nuovo “modello base” occorre staccare un assegno che parte da 40.000 euro e sale a seconda delle versioni, fino al cielo. Usati, i Royal Oak possono valere anche il doppio,o il triplo, o il quadruplo. 160mila, 180mila euro. Per chi casualmente dispone di risorse di questo tipo, è un ottimo acquisto perché a memoria d’uomo un Audemars Piguet Royal Oak non ha mai perso un euro di valore.

Paolo Bonolis e il suo preziosissimo Royal Oak | Web Source
Paolo Bonolis e il suo preziosissimo Royal Oak | Web Source

E non casualmente, tra gli happy few che possono sfoggiare al polso un orologio di questo livello c’è l’autentico re della televisione italiana: Paolo Bonolis. Solo il cachet di Mediaset ammonta a circa 10 milioni di euro l’anno, a cui si aggiungono altre entrate importanti per progetti “esterni”. Essendo anche uno degli uomini più intelligenti dello spettacolo, non stupisce che Bonolis abbia scelto di investire una parte delle sue notevoli fortune in quello che è, e resterà, l’orologio più prestigioso del mondo. 

Anche gli eredi gli saranno grati di questa scelta. Un Audemars Piguet, come dicevamo poc’anzi va in una sola direzione. Costa e vale sempre di più, anno dopo anno. 

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