La casa nella prateria: la caduta di Carrie | Com’è nata la scena più famosa della serie 

“La casa nella prateria” è la serie televisiva più leggendaria della storia. Ma tra tutte le scene che la compongono ce n’è una che nessuno potrà mai dimenticare. E che ha una storia davvero incredibile. 

Quando Michael Landon lesse la prima bozza del “pilota” proposto da Ed Friendly, rimase a bocca aperta. Era ancora un giovane attore, già piuttosto noto per avere interpretato la parte di Little Joe in Bonanza.

Prateria | web | 3.5.2022 | newstv.it
Carrie e Charles Ingalls _ Michael Landon | Web Source

Ma il sogno di fare un salto nel ruolo di regista e produttore era ancora del tutto astratto, Michael non aveva ancora trovato il copione in cui credere, e in cui rischiare tutto se stesso. Quelle pagine, tratte dai nove libri di Laura Ingalls Wilder erano la sua occasione.

No, non si sarebbe limitato ad interpretare la parte di Charles. Avrebbe messo i suoi soldi, il suo tempo, la sua creatività e la sua passione al servizio di quella che sarebbe diventata l’impresa della sua vita. 

Un divertente, fresco, appassionante monumento ai valori della famiglia. Una serie così fantastica che, forse unico caso al mondo, una volta apparsa sugli schermi, non avrebbe più lasciato la programmazione. La casa nella prateria è in onda ancora oggi, a quasi cinquant’anni dal suo esordio. E non si contano più le generazioni di mamme e di bambine, sopratutto, che nelle sue storie, nelle sue sfide, nelle gelosie tra amiche, si sono identificate.

Una delle caratteristiche, certamente non l’unica, che ha reso “la casa nella prateria” una serie così immortale, è lo stile con cui è stata girata. Dentro quella scene, solo in apparenza semplici, c’è la passione e l’energia di un uomo che alla sua serie ha dedicato tutto quanto, e che l’ha voluta perfetta, almeno per quanto fosse possibile, sempre, in ogni dettaglio.

E poi c’è il respiro di una produzione che, invece di chiudersi negli studi televisivi, aveva deciso di girare in esterni, negli spazi aperti. Ne “la casa nella prateria” la prateria si vede e si sente. Non è un gioco teatrale, è un lavoro immenso che settimana dopo settimana ha tenuta impegnata una troupe degna di un film, gli attori, le comparse e i tecnici. Una macchina perfetta. Nulla nelle sue puntate avveniva per caso, con rarissime eccezioni, tra cui c’è la scena più indimenticabile della serie, quella che tutti hanno visto forse centinaia di volte nei titoli di testa.

La caduta di Carrie

Su chi ha interperetato il ruolo di Carrie torneremo in un prossimo articolo. Ma come nasce quella caduta così naturale, degna di un Oscar, che appare nei titoli di testa?

La famosissima caduta di Carrie | Web Source
La famosissima caduta di Carrie | Web Source

A raccontarlo è stata Alison Arngrim, l’attrice che nella serie interpreta Nellie Oleson.

Carrie era impacciata di suo ma al momento in cui girò quella scena lo era ancora di più. La piccola Lindsay Greenbush stava facendo un pisolino proprio quando Michael Landon chiamò la scena. Ancora intontita, fu vestita di fretta. Sua mamma Carol, nell’ansia di non perdere nemmeno un attimo le infilò lo scarpette a rovescio, la destra sul piede sinistro, e viceversa. La bambina, che sapeva appena camminare, si lanciò come richiesto di corsa, sulla ripida discesa della collinetta erbosa, mentre il regista riprendeva.

Ancora mezza addormentata, con le scarpe a rovescio, di corsa su un terreno infido, non ci vollero molti passi prima che la galoppata terminasse in un gran capitombolo

Una caduta assolutamente vera, e assolutamente magnifica, in cui la piccola Carrie scompare sotto l’erba con un capolavoro di recitazione… involontaria.

Landon scoppiò in una gran risata. Capì col suo fiuto di uomo di spettacolo che non avrebbe mai avuto una corsa migliore di quella, nemmeno girandola mille volte. E diede lo stop. Buona la prima.

Non solo buona, ma così splendida da entrare al volo nei titoli di testa. La scena più famosa di tutta la serie. La scena perfetta di una serie perfetta, quindi, nacque per caso.

A testimonianza che non esiste opera dell’ingegno umano che non abbia bisogno anche di un po’ di fortuna.

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