Dalla Juventus alla tragedia: Moreno Torricelli, il campione per caso tradito dalla vita

Un campione autentico, che il calcio ha strappato quasi per caso alla sua vita “normale”. Ma anche un uomo incredibilmente sfortunato, al quale la vita ha strappato ciò che aveva di più caro. Scopriamo come vive oggi.

Voleva fare il falegname e lavorava con passione in una fabbrica di mobili. Il legno era il suo mondo. Gli incastri, l’abilità con cui lo lavorava e creava dal nulla le opere che avrebbero arredato la vita di altre persone erano ciò che lo assorbiva completamente.

Un giovane Moreno Torricelli | Web Source
Un giovane Moreno Torricelli | Web Source

A calcio giocava per passatempo, e perché i ragazzi italiani crescono col pallone tra i piedi. Lui era cresciuto bene ma non aveva mai pensato che il rettangolo verde sarebbe stato il teatro delle incredibili imprese che ne hanno fatto uno dei campioni più puri e semplici di uno sport che di puro ha ormai poco.

Il suo sogno era il suo laboratorio, non lo stipendio miliardario da calciatore. Ma il suo talento lo costrinse a cambiare strada. Fu un’amichevole della sua squadra di dilettanti, la Caratese a cambiare la sua vita. Il giovane terzino fu così abile a contrastare i campioni della Juventus che il grande club torinese lo volle immediatamente con sé. Fu aggregato per un periodo di prova sotto lo guida di Giovanni Trapattoni, che ne fu talmente impressionato da fare di lui un campione di Serie A.

Eppure il suo soprannome sarebbe sempre rimasto “Geppetto”, tra il legno era nato e per questo Roberto Baggio gli diede scherzosamente il nome del falegname più famoso di tutti (o quasi): il babbo di Pinocchio.

In Serie A esordì nel 1992, giovanissimo. Non avrebbe più lasciato il posto di titolare fisso, inamovibile, il pilastro della difesa bianconera.

E con la Juventus è arrivato fino al tetto d’Europa, vincendo una memorabile finale di Coppa Uefa contro i tedeschi del Borussia Dortmund nel 1996.

Anni eroici, anni memorabili, scudetti, Coppa Italia, Champions League, Coppa Intercontinentale, Supercoppa italiana, Supercoppa Uefa. Mai la Juventus ha vinto così tanto nel mondo. Mai ha trionfato quanto nelle eroiche stagioni in cui, a guardia degli attaccanti avversari, c’è stato Moreno Torricelli. 

Dopo la Juve, Torricelli è approdato alla Fiorentina e poi in Spagna. 

La tragedia improvvisa

Ma proprio termine di una carriera così luminosa, la vita di Torricelli è stata funestata dalla tragedia che tutti ricordiamo: la malattia della moglie, Barbara. Sposata nel 1995, da promettente campione. Barbara si ammalò di leucemia e dopo una lunga e tragica malattia morì nel 2010, lasciando Moreno solo con i suoi ricordi e i suoi tre figli.

Moreno Torricelli oggi | web source
Moreno Torricelli oggi | web source

Una fine difficile, che lo ha provato profondamente, e che l’Italia ha per quanto possibile condiviso con lui, stringendosi attorno a un campione vero e sfortunato. 

Rimasto vedovo, un Torricelli piegato decise di lasciare anche la carriera di allenatore che aveva da poco intrapreso, e ritirarsi lontano, in Valle d’Aosta.

Tra le montagne e nella natura della Valle, Torricelli ha pian piano ritrovato la serenità, si è risposato.

Oggi il calcio l’ha voluto indietro. Allena le squadre giovanili in Val d’Aosta. Cerca, tra i ragazzi semplici con la palla tra i piedi, altri Torricelli. Altri uomini veri, che lo sport possa chiamare a diventare campioni.

 

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