Arriva una nuova tassa | Colpirà chi cerca un’alternativa al fumo

Le tasse non finiscono mai. Non bastavano quelle sul tabacco e sui liquidi da svapare. Sempre alla ricerca di nuovi fenomeni da spremere, lo stato italiano comincerà a colpire una delle nuove alternative alla dannosa abitudine di fumare.

Con l’approvazione del decreto milleproroghe il governo riesce a dimostrare una creatività davvero notevole nell’invenzione di nuove tasse legate al mondo del fumo, del tabacco, della nicotina.

La tabaccheria_ l'ufficio delle imposte dietro l'angolo | Web Source
La tabaccheria: l’ufficio delle imposte dietro l’angolo | Web Source

Già i tabacchi lavorati sono gravati di tasse tra le più esose in Europa. Ma non solo, la caccia a tutto quello che riguardi anche da lontano o per associazione il mondo del tabacco e del fumo ha portato a imposizioni specifiche tra le più curiose.

La costellazione delle mille tasse

Sulle cartine da sigaretta, che qualcuno avrà notato ormai si possono acquistare solo dal tabaccaio. Il fumatore risparmioso che un tempo saccheggiava drogherie e negozi cinesi, pakistani, indiani, alla ricerca di mega confezioni risparmio delle sue cartine preferite è rimasto improvvisamente fregato. Disponibilità azzerata, prezzo esploso in maniera spaventosa, anche di due o tre volte rispetto ai minimi di mercato che era possibile pagare prima. Lo stesso discorso vale per i filtri. Pensavate ancora di poterli comprare dal droghiere o al bar, in quanto beni normalmente tassati, come le caramelle o i tovaglioli di carta?

Quanto ci costano le tasse? | Web Source
Quanto ci costano le tasse? | Web Source

Pensiero errato. In quanto fumatori sarete dallo stato chiamati a pagare uno specifico balzello. Niente più filtri venduti come beni normali. Via alla distribuzione esclusiva tramite tabaccheria: la più efficiente e implacabile del punto di vista gabellistico. Quando lo stato spreme, la tabaccheria risponde sempre. Piccolo ufficio delle imposte sotto casa, è passato dalla distribuzione di beni di monopolio, come il sale (sì, c’è stato un tempo in cui i governi, gli stipendi pubblici, le guerre si pagavano col sale) e il tabacco (che non è più soggetto a monopolio formale, benché all’atto pratico nulla di concreto sia cambiato per il fumatore), alla riscossione di piccoli tributi di ogni tipo.

Quelli legati al “vizio” principalmente, vedi scommesse, gratta e vinci, schedine e quant’altro. Oltre che ovviamente tutto quello che possa anche lontanamente essere riferibile al fumo. 

Da poco tempo in Italia sono tornati in distribuzione dei prodotti di origine scandinava, sacchetti nicotinici a lento rilascio da tenere sotto il labbro. Nulla di attraente sulla carta. Ma a qualcuno piacciono e rappresentano un’alternativa al fumo, sempre più preso di mira anche dai divieti.

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La tassa sarà di 22 euro al chilogrammo. Un altro colpo per la filiera del tabacco, che in Italia rappresenta un settore economico essenziale. 

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