Attraversare la Siberia in bicicletta. La spedizione “Siberia 105” di Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti parte dal villaggio più freddo fino al luogo più caldo. Una sfida per documentare i pericoli legati ai cambiamenti climatici.
Sono partiti dall’aeroporto di Milano, lo scorso 7 gennaio per una spedizione che li porta ad esplorare la Siberia, dal villaggio di Ojmjakon per raggiungere Verkhoyansk. Un tragitto di circa 1.200 chilometri, con il quale raccontare e accendere i riflettori sui cambiamenti climatici.
I due ciclisti atleti e avventurieri hanno volutamente percorre un itinerario che partirà da un clima che può arrivare fino a -70° d’inverno, per approdare nel giro di poche settimane in un luogo dove le temperature arrivano a +38°.
“Il clima cambia ma si pensa solo alla sopravvivenza“, spiega Stefano in un’intervista a Repubblica. I ciclisti dormano in tenda e viaggiano con una stufa in titano che porta la temperatura in tenda a -38°, laddove all’esterno, la temperatura è a -58°.
L’obiettivo della missione non è solo mirato alla natura. “La cosa più importante del nostro viaggio non è arrivare ma incontrare persone, capire come intendono la loro terra”. Sensibilizzare la popolazione sui cambiamenti climatici è fondamentale.
“Nessun animale in Natura distruggerebbe il proprio habitat, la nostra specie lo sta facendo, ma siamo assolutamente sicuri che non se ne stia rendendo conto”. Afferma l’atleta.
Infinite distese bianche, dove Dino e Stefano incontrano “la spiritualità che si respira nei confronti della natura. Lungo le strade si sente lo sciamanesimo, spesso vediamo offerte di dolci e pane agli spiriti della foresta, in segno di rispetto”.
Un viaggio che nasce nel 2019 quando, Dino Lanzaretti, sul suo blog scrisse “Progetto Siberia”. Durante la sua riflessione spiegava il motivo che lo portava ad esplorare la Siberia.
Siberia e cambiamenti climatici
“Forse l’unico luogo ancora inesplorato della Terra. Mi era passato per la testa anche di andare in Alaska, sempre d’inverno. Ma su quella strada ci fanno le serie televisive dei camionisti e poi è America, ci hanno insegnato loro cosa dobbiamo sognare e la loro filosofia non mi piace più da un bel po’. Quindi vado in Siberia per conoscere quello che pochi sanno, e voglio vederlo con i miei occhi. Poi piantare la tenda sulla Taiga congelata a -50°C mi dà l’idea di una cosa da provare in questa vita”. Scriveva Lanzaretti.
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Un territorio che negli ultimi anni è stato vittima di devastanti catastrofi legati ai cambiamenti del clima. Nel 2021 sono stati bruciati oltre 13 milioni di ettari di foreste della taiga. Inoltre è stato osservato un fenomeno anomalo con lo scioglimento del permafrost. Questo sta portando al rilascio di metano, gas serra molto più impattante della CO2.